Il metodo Design Sprint: cos’è e come implementarlo
Coniugare velocità, collaborazione, sperimentazione e innovazione.
È ciò che promette, in sostanza, il Design Sprint, una metodologia che rappresenta una risposta per tutte quelle realtà che hanno la necessità di testare nuove idee e progettualità in tempi rapidi, con processi decisionali chiari che garantiscono output di qualità.
Design Sprint non è una novità: nasce infatti nel 2010 in Google da un’idea di Jake Knapp, che si è ispirato, nello sviluppo della metodologia non solo alla cultura dell’azienda, e alla propria esperienza nella progettazione di servizi come Gmail o Hangouts, ma anche ai workshop di Design Thinking, a Getting Real di Basecamp, al Checklist Manifesto.
La metodologia è stata poi perfezionata da un team multidisciplinare all’interno di Google Ventures, la realtà costituita nel 2009 all’interno di Alphabet con l’obiettivo di investire in nuovi progetti e idee vincenti in campo tecnologico, supportando le startup nella loro crescita (nel suo portfolio rientrano ad esempi Next e Uber) e supportandole nelle attività di design, ingegnerizzazione, marketing, gestione del capitale umano.
Cos’è il Design Sprint
Riprendendo la definizione che ne dà lo stesso Jake Knapp, il Design Sprint consente di costruire e testare un prototipo di un prodotto o servizio in cinque giorni.
Si liberano le agende di un ristretto team di persone, che per una settimana lavorativa, dunque, si dedicheranno allo sviluppo dell’idea, passando dai problemi alle soluzioni seguendo passo passo una checklist molto precisa.
Non si tratta semplicemente di introdurre maggiore efficienza e di accelerare lo sviluppo (anche se si tratta di passare da cicli di mesi a pochi giorni), sottolinea lo stesso Knapp, ma di smantellare vecchie abitudini di lavoro, sostituendole con modalità più efficaci, nelle quali i contributi di ciascun membro del team possano davvero emergere.
Design Sprint VS Design Thinking
Prima di approfondire concretamente cosa sia il Design Sprint, è importante stabilire che cosa lo differenzi effettivamente dal Design Thinking, metodologia nata all’inizio degli Anni Novanta con cui è innegabile esistano numerose analogie.
In entrambi casi, infatti, si lavora con un approccio user centrico, in modalità collaborativa e interdisciplinare, accogliendo al tavolo di lavoro punti di vista e competenze diverse.
Le differenze, tuttavia, sono poi sostanziali.
Anche in questo caso, il tempo (i cinque giorni previsti dal Design Sprint) è solo uno dei fattori che costituisce la discriminante.
Più rilevante è il fatto che il Design Sprint mira a convalidare soluzioni specifiche (un prodotto, un servizio, una tecnologia), mentre il Design Thinking esplora un’ampia gamma di soluzioni possibili.
Questo aspetto fa sì che il Design Sprint risulti più idoneo alla risoluzione di problemi o sfide ben definiti, mentre il Design Thinking è adattabile a problemi di vario tipo e scala.
Va detto altresì che le due metodologie non si escludono a vicenda, ma possono integrarsi nelle diverse fasi di sviluppo di progetti complessi.
Il processo e le fasi del metodo Design Sprint
Come abbiamo già evidenziato, il Design Sprint è una metodologia che si sviluppa nell’arco di cinque giorni e che richiede, come sottolineano i suoi ideatori, una fase preparatoria non improvvisata nella quale, stabilita la sfida sulla quale concentrarsi, reclutare un team multidisciplinare, trovare lo spazio giusto per lavorare e procurarsi i materiali di cui si potrebbe aver bisogno.
Solo allora si può effettivamente iniziare.
Lunedì
Il lunedì è la giornata cruciale per la definizione della sfida, dell’obiettivo e del percorso da sviluppare nel corso dell’intera settimana.
Al mattino, spiega Knapp, si definiscono le domande chiave e un obiettivo a lungo termine. Poi si realizza una semplice mappa del prodotto o servizio.
Nel pomeriggio, gli esperti del team condivideranno ciò che sanno. Infine, si focalizza l’obiettivo, identificando il momento della mappa che rappresenta il rischio e/o l’opportunità maggiore.
Martedì
Martedì ci si concentra sulle soluzioni.
La giornata inizia con una revisione delle idee esistenti, mentre nel pomeriggio invece di brainstorming di gruppo, ogni singolo individuo abbozzerà le proprie soluzioni dettagliate e motivate, seguendo un processo in quattro fasi che enfatizza il pensiero critico.
Il martedì si inizia anche a pianificare il test clienti di venerdì, reclutando quelli che corrispondono al profilo target.
Mercoledì
Mercoledì inizia dunque con diverse soluzioni possibili.
Non potendo prototiparle e testarle tutte, la mattinata sarà dedicata all’analisi al fine di decidere quali hanno le migliori possibilità di raggiungere l’obiettivo. In questo caso si utilizza il metodo “Sticky Decision” in cinque fasi per identificare le soluzioni migliori prima di affidare la decisione finale al Decisore.
Nel pomeriggio, i suggerimenti migliori che emergono dagli schizzi vengono combinate in uno storyboard che rappresenta un vero piano passo dopo passo verso il prototipo.
Giovedì
Giovedì è il giorno dedicato alla costruzione di un prototipo realistico delle soluzioni dello storyboard, così da poter simulare un prodotto finito per i clienti.
La prototipazione del Design Sprint si basa sulla filosofia “fake it till you make it”. Serve un prototipo dall’aspetto realistico per poter ottenere buoni risultati dal test del giorno successivo e per comprendere se si è effettivamente sulla strada giusta.
Il giovedì deve essere dedicato anche a verificare che tutto sia pronto per il test di venerdì, confermando il programma, rivedendo il prototipo e scrivendo una sorta di “copione” per le interviste.
Venerdì
Venerdì è il momento di mettere il prototipo alla prova. Il prototipo viene dunque mostrato a cinque clienti in altrettante interviste 1:1 separate.
Questo passaggio consente di ottenere risposte e riscontri rapidi: intervistando i clienti e osservando le loro reazioni al prototipo dà senso all’intero processo.
Alla fine, il team saprà quanta strada c’è ancora da fare e quali dovranno essere i passi successivi.
Utilizzare il metodo Design Sprint in azienda
Naturalmente, ci si potrebbe ancora chiedere se effettivamente il metodo Design Sprint possa fare al proprio caso. Sicuramente, se si lavora in un settore in veloce evoluzione e la propria organizzazione rischia di rimanere bloccata da eccessive rigidità, il Design Sprint può rappresentare una soluzione.
Non si tratta solo di accelerare processi decisionali in un percorso di pochi giorni, ma di dare il giusto spazio a chi, in azienda, vuole mettere alla prova la propria creatività e il proprio spirito di innovazione.
Una chiave per attrarre nuovi talenti all’interno dell’organizzazione, un percorso alla scoperta di quelli esistenti.
Il Design Sprint rappresenta un’opportunità per costruire una nuova capacità di innovazione, portando alla luce le idee migliori e convalidarle più rapidamente.
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