CHI È

Fondata nel 1998 da Piero Ferrari, HPE ha acquisito Coxa (specializzata nelle lavorazioni meccaniche) nel 2009, facendo segnare negli anni seguenti, grazie alla guida di un management illuminato, una crescita sensibile, fino ad arrivare a contare circa 180 dipendenti e 24 milioni di euro di fatturato.

Oggi HPE è un fornitore agile e innovativo che copre l’intera filiera, dal progetto alla realizzazione, nel segmento delle tecnologie e delle soluzioni ingegnerizzate per i mercati dell’automotive, delle competizioni motoristiche, dell’automazione, dell’aerospaziale e della difesa. Dal centro di ricerca e produzione situato a Modena, nel cuore della Motor Valley italiana, HPE eroga servizi ingegneristici di alta qualità e manifattura di precisione. HPE progetta e realizza componenti di motori o anche intere unità, per clienti di primaria importanza a livello mondiale come Harley Davidson.

La nuova vita di HPE inizia alla fine del 2009, dopo la fusione con Coxa. Un management decisamente orientato agli investimenti e alla crescita dà il via a una serie di progetti di espansione, che portano la società a presidiare l’intera filiera della progettazione e realizzazione di motori e relativi componenti, e spingono il fatturato dai 9 milioni di euro del 2010 ai 24 del 2014.

OBIETTIVI

Adeguare la capacità del sistema di storage alle accresciute dimensioni aziendali, incrementando anche il livello di sicurezza dei dati sensibili e la velocità di elaborazione.

A seguito di una crescita sensibile e di commesse sempre più importanti, HPE decide, con l’aiuto di IFIConsulting, di incrementare lo spazio di memorizzazione per i dati di progettazione e di mettere in sicurezza le informazioni creando, grazie alla tecnologia HP, un’infrastruttura in grado di durare nel tempo.

SOLUZIONI REALIZZATE

Volendo abbandonare un sistema dimensionato per le piccole imprese, HPE rivolge l’attenzione a soluzioni di fascia intermedia, in grado di supportare l’azienda anche negli anni successivi all’implementazione.

“Dopo un’analisi approfondita condotta insieme al nostro partner” racconta Marmorini, “la scelta è caduta sulla famiglia HP 3PAR StoreServ, che garantiva capacità, prestazioni e sicurezza a un costo sostenibile. In questa fase, la collaborazione di IFIConsulting è stata preziosa per definire gli obiettivi attuali ma soprattutto per prevedere le esigenze dei successivi cinque anni, il lasso di tempo che avevamo fissato per il ciclo di vita della nuova architettura”.

Il rinnovamento dello storage viene accompagnato dal potenziamento delle risorse di calcolo, con un nuovo sistema blade basato su quattro lame HP BL460c, dall’incremento della connettività, con un’architettura a 10 Gigabit basata su apparati HP 5130, e dall’acquisto di una soluzione di backup HP StoreOnce 4500 basata su dischi.

La connettività a larghissima banda viene utilizzata per collegare le macchine interne al sistema centrale ma anche quelle dedicate al nuovo banco di prova, voluto dal management, che prevede ben tre diverse postazioni per il test dei motori.
“Per quanto riguarda il sistema di backup” conclude Mauriello, “abbiamo mantenuto due diverse infrastrutture. Quella della nuova SAN, basata su disco, e quella vecchia a nastro, che viene utilizzata come sistema di recovery”.

CONCLUSIONI

Grazie alla nuova infrastruttura, i tempi di risposta e più in generale le performance rilevate dagli utenti sono decisamente migliorati. L’obiettivo di ottenere, a un costo sostenibile, un consistente aumento di capacità di memorizzazione è stato raggiunto, visto che il traguardo dei 96 TB effettivi (120 teorici, contando l’implementazione della soluzione RAID) consente di guardare al futuro con tranquillità.

Più “sereno” è anche l’approccio alla sicurezza dei dati sensibili (quelli di progettazione), che proprio grazie ai sistemi ridondanti e alla nuova infrastruttura di backup sono oggi sempre disponibili. La centralizzazione delle informazioni, che prima erano affidate ai singoli utenti sulle proprie macchine, ha permesso anche di elevare il livello di sicurezza intrinseca.

“Uno dei vantaggi collaterali più importanti del nuovo progetto”, conclude Marmorini, “è la possibilità di utilizzare un database storico dei dati di test e progetto. La nostra azienda vive di know-how, e le informazioni sulle analisi dei componenti (camere di combustione, valvole e così via) sono il nostro patrimonio. Poterlo sfruttare in modo rapido ed efficiente ci rende molto più competitivi sul mercato”.

Il prossimo passo per HPE sarà quello di implementare un vero sistema gestionale centrale, basato sulla stessa infrastruttura IT, che prima non poteva essere realizzato perché le risorse di calcolo e memorizzazione erano già al limite. Ma, vantaggi concreti a parte, il nuovo storage, unitamente al resto dell’architettura progettata da HPE e IFIConsulting, porta un notevole beneficio di ordine psicologico: sul fronte IT l’azienda potrà dormire sonni tranquilli, e continuare a crescere, per almeno cinque anni.