Endpoint Security:
cos’è, cosa previene, come implementarla

Parliamo di Endpoint Security: di cosa si tratta e perchè è così importante in azienda.

I numeri parlano chiaro.

Il panorama delle minacce cyber si è fatto nel tempo sempre più articolato e complesso: si parla infatti di un attacco ogni 39 secondi e di una media giornaliera di oltre 2.200 attacchi.

Cifre, per altro, probabilmente riduttive che mettono tuttavia in luce un dato incontrovertibile: la sicurezza dei dispositivi finali, o endpoint, emerge ormai come una priorità ineludibile.

Proprio questi dispositivi, in ragione della loro numerosità, pervasività e ubiquità, rappresentano oggi il bersaglio privilegiato per gli attacchi.

Ed è per questo che diventa fondamentale per le aziende adottare soluzioni di sicurezza avanzate, in grado di analizzare, rilevare e bloccare gli attacchi informatici, fornendo al contempo alle squadre IT e di sicurezza la visibilità necessaria per identificare rapidamente e mitigare i rischi di sicurezza, proteggendo così i dati sensibili dell’organizzazione.

Ed è qui che entra in gioco l’endpoint security.

Endpoint Security

Prima di parlare di sicurezza degli endpoint, è bene chiarire di cosa stiamo effettivamente parlando.

Viene considerato endpoint qualsiasi dispositivo in grado di connettersi a una rete e che funge da punto terminale in uno scambio di dati.

Sono endpoint computer desktop, smartphone, tablet, laptop e tutti i dispositivi dell’Internet of Things (IoT).

Proprio la loro capacità di scambiarsi informazioni all’interno e all’estero dell’organizzazione rende di fatto ogni dispositivo connesso un potenziale vettore di comunicazione e, di conseguenza, un bersaglio per attacchi informatici.

Gli endpoint rappresentano punti di vulnerabilità critici, essendo i principali bersagli per l’esecuzione di codice malevolo e l’exploit di vulnerabilità da parte dei cybercriminali.

Con l’evoluzione delle modalità di lavoro verso scenari sempre più mobili e distribuiti, i dispositivi endpoint si connettono da remoto alle risorse aziendali, aumentando la superficie di attacco disponibile.

Gli obiettivi di tali attacchi possono variare dall’accesso a informazioni e asset ad alto valore all’interno della rete dell’organizzazione, all’esfiltrazione o alla cifratura di dati sensibili presenti sull’endpoint per richieste di riscatto o per pura distruzione.

Inoltre, un dispositivo compromesso può essere sfruttato come parte di un botnet per eseguire attacchi DoS (Denial of Service), evidenziando l’importanza critica di proteggere ogni endpoint come parte integrante della sicurezza di una rete aziendale.

L’endpoint security gioca un ruolo fondamentale nella difesa delle reti aziendali dalle minacce cyber.

Come già accennato, questi dispositivi, essendo i più esposti e vulnerabili alle minacce esterne, richiedono strategie di sicurezza dedicate per prevenire l’accesso non autorizzato ai dati aziendali.

Negli anni, la gestione dell’endpoint security si è evoluta significativamente, passando dalla tradizionale protezione perimetrale all’identificazione e protezione di ogni singolo dispositivo che accede alla rete.

Questo cambiamento di paradigma è cruciale nell’era del lavoro da remoto, del BYOD (Bring Your Own Device) e dell’espansione dell’Internet delle Cose (IoT), che hanno moltiplicato i punti di accesso vulnerabili alla rete.

La sicurezza degli endpoint, sfruttati di fatto come vettori di ingresso nelle organizzazioni, è quindi diventata la prima linea di difesa critica per proteggere i dati sensibili e le risorse aziendali da attacchi sempre più sofisticati e pervasivi.

L’importanza della sicurezza degli endpoint è amplificata dalla crescente minaccia di ransomware e altri crimini informatici, che rappresentano una “pandemia cyber” in continua espansione.

Gestire l’endpoint security non è semplicemente un tema tecnologico, bensì un combinato disposto di buone pratiche e soluzioni specifiche.

Vediamole insieme, partendo dalle buone pratiche.

Buone pratiche

Probabilmente quello che vi proponiamo è un elenco non esaustivo di buone pratiche che dovrebbero aiutare nella gestione dell’endpoint security.

È comunque un punto di partenza per far sì che la sicurezza diventi parte integrante del patrimonio aziendale e non solo un onere per il CISO.

  • Scoprire, inventariare e tracciare tutti i dispositivi che accedono alla rete: è fondamentale avere una conoscenza completa e la capacità di monitorare ogni dispositivo connesso alla rete, indipendentemente dalla sua ubicazione o dal sistema operativo utilizzato. Questo include sia i dispositivi di proprietà dell’azienda sia quelli personali utilizzati nell’ambito di programmi BYOD.
  • Distribuire e mantenere aggiornati i sistemi operativi, il software di sicurezza e le patch.
  • Limitare i privilegi degli utenti: è utile implementare una politica di minimo privilegio, garantendo che gli utenti abbiano solo l’accesso necessario alle risorse utili per svolgere le loro mansioni.
  • Bloccare le porte USB: per prevenire furti di dati o l’introduzione di malware nella rete, è importante gestire attentamente l’accesso alle porte USB, specialmente in dispositivi non sorvegliati.
  • Monitorare continuamente i dispositivi e, in caso di smarrimento, adottare misure immediate come il blocco, la cancellazione dei dati o il reset di fabbrica per proteggere i dati aziendali.
  • Installare una soluzione di sicurezza per endpoint su ciascun dispositivo.
  • Utilizzare la crittografia per la protezione dei dati: cifrare tutti i dischi rigidi collegati alla rete e abilitare la crittografia anche su dispositivi di memorizzazione esterni come le chiavette USB.
  • Usare il Content Disarm and Reconstruction (CDR) che rimuove il contenuto dannoso dai file prima che vengano inoltrati ai destinatari, proteggendo così i dispositivi endpoint da minacce conosciute e sconosciute.
  • Stabilire una chiara politica BYOD in azienda.
  • Implementare l’accesso alla rete Zero Trust: ogni dispositivo deve essere autenticato e autorizzato prima di accedere alle risorse aziendali, limitando l’accesso solo ai servizi o alle applicazioni necessarie.
  • Implementare soluzioni anti-phishing.
  • Incrementare la frequenza delle sessioni di formazione per i dipendenti: l’errore umano è una causa principale di violazioni dei dati. Programmi di formazione regolari possono sensibilizzare i dipendenti sui comportamenti rischiosi, riducendo i rischi per la sicurezza degli endpoint.

Dal punto di vista delle soluzioni tecnologiche, diverse sono le scelte possibili, in base alle specificità della propria organizzazione.

  • EPP – Endpoint Protection Platforms.
    Soluzioni all.in.one che offrono una gamma di funzionalità di sicurezza, incluse antivirus, anti-malware, firewall, Intrusion Prevention Systems (IPS), Application Control.
  • EDR – Endpoint Detection and Response.
    Soluzioni focalizzate sul rilevamento e sulla risposta a minacce che hanno già superato le misure di sicurezza tradizionali. Utilizzano analisi avanzate e intelligence sulle minacce per identificare attività sospette e intraprendere azioni per contenere o neutralizzare le minacce.

La loro azione si sviluppa in tre step:

  • collect evidence;
  • contain the threat;
  • remediate the issue.
  • SIEM – Security Information and Event Management. Soluzioni che raccolgono e analizzano dati di sicurezza da tutta la rete, inclusi i dispositivi endpoint. Questo può aiutare a identificare tendenze, rilevare minacce e investigare su incidenti di sicurezza.

Anche in questo caso, la loro azione si sviluppa in step:

  • identify trends;
  • detect threats;
  • investigate incidents.

L’implementazione di soluzioni di protezione degli endpoint è cruciale per mitigare una vasta gamma di rischi che le organizzazioni affrontano quotidianamente e che, se non gestiti adeguatamente, possono portare alla perdita di dati sensibili, danni reputazionali e sanzioni economiche significative.

Vediamo i principali:

1 – Attacchi di Phishing:

gli attacchi di phishing rappresentano la forma più diffusa di minaccia per gli endpoint. Utilizzando tattiche di ingegneria sociale, gli hacker ingannano le vittime inducendole a fornire informazioni sensibili o a scaricare malware.

Queste azioni consentono agli attaccanti di accedere in modo non autorizzato ai sistemi delle vittime e, di conseguenza, alle reti delle organizzazioni per cui lavorano.

La protezione degli endpoint aiuta a identificare e bloccare questi tentativi malevoli prima che possano causare danni.

2 – Attacchi Ransomware:

con una frequenza allarmante di un attacco ogni 11 secondi, il ransomware rappresenta una minaccia crescente per le organizzazioni con endpoint vulnerabili.

In questi attacchi, il malware impedisce l’accesso alle informazioni, ai sistemi, ai dati o alle reti fino al pagamento di un riscatto.

Implementare un framework di sicurezza anti-ransomware completo è essenziale per prevenire l’accesso indesiderato e proteggere i dati aziendali.

3 – Attacchi Distributed-Denial-of-Service (DDoS):

gli attacchi DDoS interrompono il traffico normale di siti web, server o reti mirati, sommergendoli con un flusso eccessivo di traffico internet.

I dispositivi vulnerabili e compromessi vengono sfruttati per accedere ripetutamente alla rete e interrompere la sua larghezza di banda, causando l’interruzione delle operazioni aziendali.

La sicurezza degli endpoint può limitare l’efficacia di questi attacchi rafforzando la resilienza della rete.

4 – Attacchi Botnet:

gli attacchi botnet si verificano quando dispositivi connessi a internet vengono compromessi e controllati da criminali informatici.

Con l’aumentare dei dispositivi IoT, molti di questi, inclusi telecamere di sicurezza, elettrodomestici intelligenti, smartphone e tablet, sono vulnerabili agli attacchi botnet.

La protezione degli endpoint è fondamentale per prevenire il controllo malevolo di questi dispositivi.

5 – Attacchi Drive-by Download:

questi attacchi si verificano quando un utente fa clic senza saperlo su un link malevolo o scarica malware, rendendo il dispositivo vulnerabile.

Gli attaccanti sfruttano applicazioni obsolete, sistemi operativi o browser web con falle di sicurezza, piazzando download dannosi su siti web apparentemente innocui per ingannare le vittime.

La protezione degli endpoint aiuta a rilevare e bloccare tali download prima che possano essere eseguiti.

6 – Patch di sicurezza obsolete:

la mancata applicazione tempestiva delle patch di sicurezza rende sistemi e dispositivi bersagli facili per gli attaccanti.

Solo il 64% dei professionisti della sicurezza aggiorna automaticamente il proprio software o appena viene notificata una nuova patch.

Le soluzioni di endpoint security sottolineano l’importanza degli aggiornamenti regolari, chiudendo le vulnerabilità che gli attaccanti sfruttano comunemente.

Affrontare efficacemente questi rischi richiede un approccio olistico alla sicurezza degli endpoint, che includa tecnologie avanzate, formazione degli utenti e politiche aziendali adeguate per minimizzare la superficie di attacco e rafforzare la postura di sicurezza complessiva delle organizzazioni.